Ci sono numerosi lavori scientifici che dimostrano come l’esposizione delle camere d’ospedale su un’area verde influisca positivamente sul decorso della malattia dei pazienti. In questi casi l’ospedalizzazione è significativamente più breve con risparmio delle strutture sanitarie e aumento del benessere dei pazienti.
Per questo è importante che gli ospedali siano dotati di un’area verde fruibile per i diversi pazienti: persone in carrozzina e con le stampelle, disabili, convalescenti dopo interventi chirurgici e naturalmente i famigliari in visita. I colori, i profumi e le forme di fiori, frutti e foglie del regno vegetale contribuiscono certamente a stimolare la mente e il corpo di persone affette da diverse malattie. A questo si aggiunge anche come la percezione spaziale di ambienti particolarmente rassicuranti possa mettere a proprio agio e tranquillizzare alcuni tipi di pazienti effetti da malattie del sistema nervoso.
Gli effetti terapeutici di piante e fiori si possono così concentrare in spazi appositamente dedicati al recupero di alcune categorie di malati, senza togliere la fruibilità a tutta la cittadinanza desiderosa di godere di spazi dedicati al recupero delle energie.
I giardini terapeutici sono al centro dell’attenzione dei più importanti garden designer e stanno attirando grande interesse in tutta l’opinione pubblica.
I giardini terapeutici in tutte le stagioni devono mostrare vegetazione colorata e vigorosa senza creare spaesamento nei frequentatori. Quindi meglio puntare su spazi abbastanza raccolti con numerose panchine e punti sosta. L’ideale è creare più “salotti verdi” dove il susseguirsi delle stagioni sia sempre accompagnato da elementi vegetali vistosi così da offrire anche numerosi punti di riferimento per quei pazienti che faticano a memorizzare i percorsi e gli spazi. Quindi, in primavera i ciliegi da fiore, gli alberi da frutto e le acidofile quali azalee e rododendri possono caratterizzare gli ambienti. In estate le Lagerostremie ei glicini in affiancamento a piante orticole e erbe aromatiche riempiono l’ambiente di colori e aromi. L’autunno è l’ora delle chiome rosse e gialle puntando su diverse varietà di aceri e liquidambar che possono essere affiancati da melograni e corbezzoli. L’inverno è il tempo di diospiro (per la presenza dei coloratissimi frutti noti come cachi), cotogno giapponese (fioriture vistosissime rosse) e arbusti sempre verdi come alloro, agrifoglio, pyracantha e fotinia. La presenza di bacche e fioriture vistose è importante anche per l’obiettivo di attirare uccelli e insetti che ravvivano il giardino.
I salotti verdi possono essere ottenuti per mezzo di giochi di vasche e fioriere (componendo dei veri e propri compartimenti molto definiti) o anche gazebi di varia dimensione, magari ricoperti da piante rampicanti come la passiflora.
I sentieri di collegamento tra un compartimento e l’altro saranno affiancati da piante tappezzanti capaci di evidenziare meglio il percorso. Anche in questo caso durante il percorso è bene che le tappezzanti varino gradualmente colore e forme delle foglie in modo da creare continui punti di riferimento nel visitatore.
A questo scopo l’erba pignola rossa e diverse varietà di ginepro nano possono soddisfare quest’obiettivo.
I giardini terapeutici si prestano benissimo a essere integrati con leggeri giochi d’acqua e a arredi diversificati per materiale, colore, dimensione e forma.
La manipolazione di terra e piante ha degli effetti terapeutici notevoli per tante disabilità. L’ideale in un giardino terapeutico è garantire uno spazio ombreggiato con un piano ampio ad una altezza corretta anche per chi si trova in carrozzina dove consentire attività vivaistica, magari proprio con le piantine che saranno messe a dimora nello stesso giardino.
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Alberi assassini? La colpa è dell’uomo!
Le copiose piogge di questi giorni stanno portando al centro dell’opinione pubblica la necessità di una costante manutenzione del territorio.
Territorio messo alla prova dal cambiamento climatico ormai sotto gli occhi di tutti. Manutenzione che va estesa anche al verde urbano e in particolare alle alberature stradali. È notizia proprio di questi giorni dell’albero caduto in piazza Vesuvio a Milano che solo per un caso non ha fatto nessuna vittima.
Di seguito una brevissima cronaca degli ultimi mesi:
"Uccisa da una palma. È successo la settimana scorsa a Catania, nella centralissima piazza Cutelli, dove una donna è morta sotto una palma sradicata dal forte vento. La vittima, Patrizia Scalora, 49 anni, era seduta su una panchina con la figlia di 19 anni che si è salvata per miracolo ed è rimasta illesa. La madre è deceduta sul colpo, e la figlia è ora sotto choc. Stesso scenario a Napoli lo scorso giugno dove un pino secolare è crollato addosso ad un auto uccidendo la proprietaria al volante".
Gli alberi rappresentano una risorsa irrinunciabile per la qualità della vita delle città, eppure se trascurati possono diventare pericolosi. Un albero è un essere vivente e quindi nasce, vive, si riproduce, si ammala e naturalmente muore.
Gli alberi in città possono sopravvivere da alcuni decenni fino a centinaia di anni; le variabili in gioco sono moltissime: dalla specie al contesto presente attorno alla pianta. Infatti, la città presenta condizioni molto diverse rispetto al bosco dove la maggiorparte degli alberi è abituata a vivere. Umidità della terra e dell’aria, l’inquinamento, le temperature più alte e l’interazione con asfalto e automobili rende il contesto urbano non ideale per la crescita delle piante. In genere, in città olmi e tigli nelle condizioni ottimali possono durare 30-40 anni e più, mentre i pioppi già dopo 20 anni possono mostrare i primi segnali di degradazione e senescenza. Alberi,invece, come Prunus e alberi di giuda possono mostrare senescenza prima dei 20 anni d'età sopratttutto se posizionati lungo viali trafficati.
Ma come accorgersi che un albero è giunto a maturità o che sta diventando pericoloso?
Alcuni sintomi possono destare un primo allarme.
È bene osservare attentamente il tronco e notare la presenza di distacco della corteccia, di attacchi funginei o inclinazioni sospette rispetto al piano campagna, nonchè di strutture insolite (rigonfiamenti, fessurazioni, costolature, carpofori sulla superficie). Lo stato della chioma non sempre è un criterio affidabile: spesso gli alberi con importante degradazione del legno presentano una chioma vigorosa e in buona salute.
Altrettanto importante è l’osservazione di radici particolarmente superficiali, branche che mostrano diverso carico rispetto alle altre e ferite di potature mal condotte e non cicatrizzate. In caso di forte vento e temporali il movimento degli alberi non deve preoccupare, al contrario di inclinazioni improvvise e permanenti proprio a seguito del maltempo o di lavori che hanno interessato aree adiacenti al colletto. In questo ultimo caso è bene rivolgersi
immediatamente all'agronomo di fiducia.
Per quanto riguarda la pericolosità degli alberi ad alto fusto la risoluzione sta tutta nella prevenzione e in un piano del verde che preveda una programmazione e pianificazione di messe a dimora e di abbattimenti coerentemente con i cicli vitali delle piante e delle condizioni del contorno. Questo consentirebbe un rinnovo ciclico e mirato del verde urbano riducendo drasticamente la probabilità di cadute e schianti.
Attualmente i regolamenti del verde dei comuni indicano le norme più utili alla corretta gestione ordinaria del verde ma è molto rare trovare la formulazione di un vero e proprio piano del verde che impedisca l’eccessivo invecchiamento delle alberature stradali. Invecchiamento che è un problema di gran parte degli alberi delle principali città italiane. Questo non significa che tutti gli alberi con più di 30-40 anni andrebbero rimossi, ma che andrebbe effettuata una verifica puntuale in cui la cittadinanza deve essere coinvolta. Infatti, se è scorretto abbattere alberi in piena salute per motivi sciocchi, è altrettanto sbagliato opporsi alla rimozione di alberi che, dopo un attento esame di esperti qualificati, ne attesti la pericolosità. E in queste scelte è fondamentale coinvolgere attivamente la cittadinanza che quotidianamente vive i benefici degli alberi cittadini.
Qualora alberi di grandi dimensioni presentino solo uno dei sintomi elencati sopra è importante sottoporre l’albero a verifica della stabilità (VTA) anche per mezzo di analisi strumentale, sempre sotto la super visione di un Dottore Agronomo, regolarmente iscritto all’Ordine professionale.
Le alberature stradali e gli alberi di grandi dimensioni necessitano di una frequente rimozione del secco e dei rami malati (e non di potature radicali) che possono essere accompagnata dalla verifica puntuale di eventuali carie che minano la stabilità degli alberi. Questo approccio mantenuto ogni 2-3 anni può scongiurare brutte sorprese.
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In passato le città erano circondate da immense campagne dove erano coltivati gli ortaggi che meglio beneficiavano delle condizioni climatiche del posto. Dunque se nel Sud melanzane, peperoni e pomodori erano gli ortaggi più coltivati, al Nord a prevalere erano verze, cavoli e radicchi.
Oggi, per via dell’elevata urbanizzazione le campagne attorno alle città sono quasi scomparse.
Eppure proprio nelle grandi città pomodori, melanzane, zucchine, peperoni, fagiolini ed erbe aromatiche stanno attirando sempre più l’attenzione non solo degli appassionati, ma anche della pubblica amministrazione che sempre più spesso è chiamata a coordinare comitati e gruppi di cittadini desiderosi di realizzare nuovi orti in aree incolte, parchi, giardini di scuole e di aree verdi di pertinenza di strutture pubbliche e private.
Talvolta gli orti vogliono essere realizzati su balconi, terrazzi, tetti e addirittura pareti assumendo così forma “verticale”. Effettivamente con una gestione corretta è possibile ottenere buona parte degli ortaggi anche in spazi assai limitati come vasi e cassette.
Tra le capitali degli orti urbani c’è sicuramente Milano che negli ultimi tempi ha sviluppato moltissimi progetti di orticoltura urbana con grande successo.
Proprio a Milano ci sono alcuni visionari e imprenditori (tra cui Claudio Cristofani, architetto e gestore di 130 orti) che hanno fatto degli orti-giardini una vera e propria attività. Cristofani è il deus ex machina di un progetto in Via Chiodi a Milano, dove vengono affittati al costo di 360 euro l’anno IVA compresa per 75 mq di orto urbano a chi lo voglia coltivare. Con questa spesa si ha diritto all’acqua di falda sia come scorta intiepidita in un fusto da 300 litri per ogni orto che come erogazione al rubinetto (fornita sempre dall’organizzazione), negli orari prefissati in base alle stagioni.
Tuttavia, è importante ricordare come il numero di persone occupate in agricoltura siano da sempre un indice dello sviluppo economico e del benessere di un paese: più occupati in agricoltura ci sono più il paese è arretrato. Quindi è sbagliato pensare alla corsa alla orti in città come strategia di autosussistenza finalizzata esclusivamente alla produzione di cibo. Gli ortaggi su grande scala è bene che siano prodotti da operatori specializzati in terreni lontani da grandi fonti di inquinamento come le strade di grande traffico delle città. A questo bisogna aggiungere che tra le conquiste dell’uomo moderno c’è proprio quella di non essere più schiavi del lavoro necessario alla produzione di cibo.
Gli orti in città rappresentano comunque un enorme valore dove la produzione di cibo è sicuramente uno dei benefici secondari. Ben altri sono gli effetti positivi degli orti in città. L’orticoltura per mezzo della manipolazione con la terra, gli strumenti e le piante ha degli immensi effetti terapeutici (dimostrati dalla scienza) con grandi benefici per gran parte delle disabilità fisiche e mentali, nonché per la lotta alla depressione e allo stress che spesso affligge la vita in città. Gli orti urbani hanno un potenziale didattico che può guidare bambini, ragazzi e adulti attraverso la comprensione dei cicli biologici degli essere viventi e delle loro interazioni. A questo si aggiunge la possibilità di creare nuove relazioni e nuove forme di cooperazione e di cittadinanza attiva con grande vantaggio per il presidio del territorio comunale. Numerosi anche gli aspetti culturali che si possono sviluppare in un orto. Qualora un orto sia condotto con successo durante la stagione estiva può rappresentare una discreta integrazione con la spesa quotidiana
Quali sono gli aspetti tecnici che fanno un orto, un orto di successo?
Sono necessarie poche ma fondamentali indicazioni finalizzate ad evitare che l’improvvisazione possa condurre a comportamenti scorretti per la salute umana e l’ambiente, in particolare per mezzo dell'abuso di prodotti chimici quali concimi e prodotti fitosanitari.
Posizione e terreno
La posizione migliore è certamente in pieno sole, tuttavia anche aree in mezz’ombra e ombra possono dare risultati positivi se coltivate con le giuste specie. Il terreno deve essere lavorato almeno nei primi 40 cm e privato del pietrisco in eccesso. Fondamentale la presenza di un attacco per l’acqua. Il terreno può essere migliorato nel momento della lavorazione con l’aggiunta di stallatico e terricci. Per i terreni più difficili si può pensare a vasche rettangolari alte almeno 40-50 cm da posizionarsi sopra il terreno di partenza che andranno riempite con substrato più idoneo alla coltivazione.
Scelta delle varietà e semi
I semi possono essere acquistati in qualsiasi centro commerciale e negozio specializzato nelle apposite bustine che presentano per ogni ortaggio varietà appositamente selezionate per la coltivazione. In alcuni casi può essere utilizzata anche la semente prelevata dalla verdura consumata a casa (pomodori, melanzane, peperoni e peperoncini) con la consapevolezza che le piantine così ottenute avranno caratteristiche diverse dagli ortaggi da cui sono state ottenute. Per gran parte degli ortaggi è preferibile una semina in semenzaio (luogo protetto) alcune settimane (3-5) prima della messa a dimora per i primi caldi.
Una buona scelta del tipo di piante da mettere a dimora consente di avere l’orto sempre florido, anche in inverno dove verze, insalate e piante aromatiche possono dare ottimi risultati.
Concimazione
La concimazione si può effettuare all’inizio delle lavorazioni con materiale organico (stallatico soprattutto, ma anche compost) e completata con concimi granulari (urea, pollina) quando le piante presentano già un buon sviluppo vegetativo e le temperature sono almeno tiepide.
Antiparassitari
Gli orti in città per la vicinanza a persone e abitazioni è importante presenti il minor uso possibile di prodotti chimici. Una corretta gestione dell’orto consente di ridurre al minimo le probabilità di attacchi di parassiti. Insomma, verde rame, zolfo e anticrittogamici possono essere
tranquillamente banditi dall'orto in città.
Capitolati
È importante che ogni orto possa avere un regolamento snello ma efficace che eviti il più possibile il ricorso alle sostanze chimiche e in particolare suggerisca le operazioni da eseguire, ortaggio per ortaggio, per assicurare la buona riuscita del progetto.
Avvicendamenti e consociazioni
Gli avvicendamenti sono l’alternarsi delle colture sul medesimo spazio, mentre le consociazioni sono gli abbinamenti tra due o più ortaggi sullo stesso appezzamento di terra. L’avvicendamento tra leguminose e ortaggi particolarmente bisognosi di azoto (pomodori e zucchine) è sicuramente una pratica da consigliare così come le consociazioni con leguminose garantiscono una buona fertilità del terreno grazie alla capacità di fissare l’azoto attorno alle proprie radici.
Orti biologici
L’orto biologico è facilmente realizzabile in città. Con avvicendamenti e consociazioni ben studiate, unitamente a qualche accorgimento tecnico in più, è possibile realizzare raccolti di successo senza usare nemmeno un grammo di prodotto chimico. Gli antiparassitari possono essere sostituiti da prodotti fai da te ottenuti a partire da aglio ed erbe aromatiche che contengono principi attivi sgraditi a funghi e insetti. Come sempre, la parola d'ordine
per evitare malattie e insuccessi è la prevenzione.
Orti condivisi e gruppi di acquisto
Ogni orto può essere gestito e progettato con criteri diversi a seconda delle diverse esigenze. Gli appezzamenti più piccoli possono assolvere ad una funzione più estetica e di intrattenimento, mentre gli appezzamenti più grandi possono dare le soddisfazioni maggiori dal punto di vista della produttività, qualora siano scelte pochi ortaggi da coltivare su ampie superfici. In questi casi, un buon affiatamento tra le persone e la comprensione dei principi base dell’agronomia possono portare a una costruttiva suddivisione dei compiti per far diventare aree incolte veri e propri gioielli dell’orticoltura. Gli orti condivisi richiedono un buon coordinamento e il lavoro di squadra tra tutti i gestori degli orti diventando un ottimo punto di partenza per la costruzione di gruppi di acquisto capaci di reperire la frutta e la verdura (mancante nell'orto) da agricoltori professionali a basso costo.
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Andrea Bucci dottore agronomo a Milano, Monza, Pavia, Lodi, Bergamo e Brescia. Agronomo Milano.
Via Boccaccio 2
Tel. (mobile): 389-0715019
mail: bucci.agronomo@gmail.com
Agronomo Milano